mercoledì 29 gennaio 2014

IL MONDO DEI RIFIUTI - commento della serata

Proponiamo una sintesi di quanto emerso durante la serata dedicata al seminario informativo:

"IL MONDO DEI RIFIUTI".


promosso dal Comitato Dora Baltea che Respira e dal Circolo Dora Baltea di Legambiente


La vicenda del pirogassificatore di Borgofranco ha riproposto all’interesse dei cittadini il tema della gestione dei rifiuti che produciamo. Si tratta di un tema complesso e spesso poco conosciuto.

Come è organizzato il ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti nel nostro territorio?
Quanti rifiuti produciamo?
Quanti ne ricicliamo?
Quali sono gli impianti di trattamento a freddo dei rifiuti?

I relatori che hanno cercato di rispondere a queste domande erano: 
Valter Campaner del CARP, Gian Piero Godio di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Ferdinando Giuliano della Società Canavesana Servizi, Nevio Perna del Comitato DBcR.

Godio - Legambiente, Campaner - CARP, Perna - DBcR

Le relazioni oltre a fornire dati puntuali sulla produzione e riciclo dei rifiuti hanno concordato su di un punto cruciale:

la raccolta differenziata sia a livello della Provincia di Torino (50,03%), sia a livello Eporediese (64,5%) è da anni sostanzialmente ferma se non in leggero arretramento.

Il rischio evidenziato è che l’entrata in funzione dell’inceneritore del Gerbido che da solo è in grado di assorbire la metà dei rifiuti della provincia di Torino (1.043.000 tonnellate nel 2012) costituisca un vincolo strutturale al raggiungimento dei livelli di raccolta differenziata previsti dalla legge 152 del 2006: il 65% che doveva essere raggiunto alla fine del 2012.

Ciò che rende ancora più complessa la situazione è il cambiamento che avverrà negli organi di governo della gestione dei rifiuti:
i consorzi chiuderanno a marzo e le Province non si sa che fine faranno. 
In questo vuoto l’iniziativa di Torino di avviare l’aggregazione in un’unica società delle società di raccolta rifiuti locali sembra un percorso di annessione e di sottomissione alle necessità del mega impianto del Gerbido.

Come ha evidenziato Ferdinando Giuliano: 

i territori fuori dall’area metropolitana hanno sostanzialmente raggiunto l’obiettivo previsto dalla legge ma non riescono ad andare oltre. Tale situazione di stallo non è sostenibile perché produrrebbe una crescita dei costi dei servizi di raccolta e smaltimento.




Ferdinando Giuliano - SCS
Perna - Legambiente - DBcR
La via di uscita proposta nella serata da Perna e  Campaner è stata quella di: 

avviare nel territorio un confronto con le amministrazioni su un modello di gestione dei rifiuti basato sul miglioramento della raccolta
differenziata (porta a porta e tariffazione puntuale che lega il costo dei cittadini ai rifiuti prodotti) e sullo sviluppo di impianti di trattamento a freddo dei rifiuti (organico e indifferenziato) che aumenti il recupero di materia e diminuisca il costo di smaltimento in discarica.  


I costi attualmente vanno dalle 150 € a tonnellata per il conferimento in discarica dell’indifferenziato ai 100 € a tonnellata per l’organico agli impianti di compostaggio.

Due conti per rendere l’idea:
I 57 comuni serviti dalla SCS producono circa 14.000 tonnellate anno di indifferenziato che generano un costo di smaltimento in discarica di 2.100.000 €, mentre le circa 6.000 tonnellate di organico generano un costo di 600.000 €.




Perché non pensare ad un trattamento nel territorio della raccolta trasformando i rifiuti in risorse?

Sia gli impianti di selezione dell’indifferenziato che di digestione anaerobia della materia organica, come ha evidenziato Godio, sono impianti ampiamente presenti sia in Italia che in Europa.

Non è mancata la sottolineatura negli interventi che: 
tale impiantistica a supporto di una buona raccolta differenziata per aumentare il recupero di materia è una risposta precisa ed alternativa all’impianto di pirogassificazione di Borgofranco.





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